In commercio sono diverse e numerose le proposte di integratori per il benessere delle nostre estremità, ma è bene conoscerli meglio
Negli ultimi anni l’Angiologo e il Chirurgo vascolare hanno visto crescere in maniera esponenziale il numero di prodotti rivolti al trattamento dei sintomi e dei segni clinici dell’insufficienza venosa, in particolare la pesantezza serotina delle gambe e il gonfiore, spesso identificato con la cosiddetta “ritenzione idrica”, lamentati da tanti pazienti, soprattutto nel periodo caldo e sicuramente esacerbati dalla tropicalizzazione del clima evidenziatasi negli ultimi anni. La particolarità è che, accanto ai farmaci più tradizionali, molti dei quali trasformati in prodotti da banco che non necessitano di prescrizione medica, sono numericamente esplosi i cosiddetti “integratori”, che spesso vengono interpretati erroneamente come farmaci e che non devono essere confusi a loro volta con i “fitoterapici” che sono farmaci di derivazione vegetale. Credo sia importante sottolineare però quale sia la differenza tra i farmaci, ancorché di derivazione vegetale come molti tra quelli in commercio, e questi prodotti.
Cosa sono gli integratori?
Gli integratori alimentari sono definiti da norme legislative (Direttiva 2002/46/CE, attuata con il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169), come “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”. Sono venduti in varie formulazioni e possono contribuire a migliorare lo stato di salute e favorire il regolare funzionamento dell’organismo, ma non possono vantare proprietà terapeutiche né capacità di prevenzione e cura di malattie. È essenziale precisare che qualsiasi sostanza, per poter essere usata in un integratore alimentare, come prova della sua sicurezza deve prima essere stata utilizzata in quantità adeguate in ambito europeo. Se ciò non è avvenuto, la sostanza è considerata un nuovo ingrediente o un nuovo prodotto alimentare (novel food) e il suo impiego è subordinato a una preventiva autorizzazione a livello europeo (Regolamento CE 258/97).
La regolamentazione di un farmaco
La commercializzazione di un farmaco necessita invece di tutta una serie di passaggi sperimentali e di valutazioni chimico farmaceutiche, biologiche, farmaco-tossicologiche e cliniche rivolte ad assicurare i requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia per il trattamento delle patologie umane. Questi compiti vengono svolti in Italia dalla Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ma possono essere effettuate anche a livello comunitario con riconoscimento successivo in tutti i Paesi dell’Unione Europea tramite l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). I fitoterapici sono tutti quei medicinali il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Anche questi sono approvati dall’AIFA, che ne ha verificato la loro qualità, efficacia e sicurezza, e sono venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta medica e altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da banco.
Quali benefici dagli integratori?
È impossibile anche solo tentare di elencare quanti siano gli integratori con pur velate indicazioni per il controllo dei sintomi e della funzionalità venosa. Oltre che in farmacia sono facilmente reperibili anche on-line, qui con molte meno garanzie di originalità e sicurezza. Allo stato attuale però si deve dire che, fatte salve poche eccezioni (meliloto, estratto di vite rossa), questi prodotti non hanno sicure evidenze e indicazioni in questo senso e non si sono cimentati in sperimentazioni controllate e di adeguata numerosità per confermare una qualsiasi azione, sfruttando, spesso per proprietà transitiva, esperienze passate con le stesse sostanze quando siano state registrate come farmaci. Bisogna anche ricordare però che in alcuni casi le molecole che li compongono (ginkgo biloba, picnogenolo, escina, bromelina, centella asiatica…) sono considerate farmaci in altre realtà, anche se usualmente le dosi disponibili in commercio in qualità di integratore sono nettamente inferiori alle originali.
Attenzione alle interazioni!
Da rimarcare anche la frequente commercializzazione di associazioni di varie molecole a effetto presumibilmente sinergico, che in casi pur rari possono interagire con farmaci in uso anche in senso non favorevole. Chiunque sia in terapia cronica con farmaci deve sicuramente rivolgersi al proprio Medico curante prima di assumere un integratore o un fitoterapico, onde evitare possibili eventi avversi, eventualmente anche rilevanti o gravi. Il quadro non è sostanzialmente differente quando si consideri il linfedema piuttosto che l’insufficienza venosa cronica. Anche in questo caso non vi è evidenza riconosciuta di azione terapeutica degli integratori in caso di malattia conclamata, se non come coadiuvanti dei trattamenti maggiormente codificati. In conclusione si può affermare che i cosiddetti integratori alimentari non possono avere effetti terapeutici, ma solo fornire elementi utili per garantire il miglior funzionamento di sistemi o apparati, nel caso dell’insufficienza venosa e del linfedema la funzione microcircolatoria e il riassorbimento dei liquidi interstiziali. Il loro uso non deve sostituire il farmaco e non hanno indicazioni in caso di patologie venose conclamate (varici, edema da insufficienza venosa cronica, presenza di lesioni cutanee indicative di malattia venosa…). Non dimentichiamo che, come si è detto più volte, la miglior terapia per i sintomi vascolari sono il cammino e il controllo del peso corporeo, evitare la stazione eretta o seduta prolungate, per esempio durante il lavoro. E a tavola? Tanta verdura e frutta, frutti rossi, mirtilli, agrumi, ricchi di diosmina, tutti prodotti ricchi di flavonoidi che sono la base di molti dei flebotropi estrattivi in commercio.