Quando parliamo di diabete viene spontaneo il collegamento con l’ormone che principalmente regola il glucosio nel sangue: l’insulina. In effetti è proprio un’alterazione nella sua produzione o attività a provocare l’aumento della glicemia. Ma quali sono i danni?
È importante sapere a cosa si va incontro quando gli zuccheri assunti con l’alimentazione sono introdotti in un organismo che non è in grado di utilizzarli introducendoli nelle cellule. In realtà, rimanendo più a lungo nel sangue dopo l’assorbimento intestinale, il glucosio che è l’elemento in cui vengono trasformati i carboidrati introdotti, permane nella circolazione a lungo e inutilizzato e a contatto con la parete dei vasi, in assenza del trasporto all’interno delle cellule che lo possono utilizzare o trasformare in sostanze utili allo stoccaggio. Si crea così un fenomeno di ossidazione anomala o di accumulo che legandosi a proteine organiche provoca un danneggiamento in primis dei vasi che lo trasportano e poi di organi e apparati passando per permeabilità anche nel liquido interstiziale. Si parla di glicazione enzimatica o non delle proteine che fungono da telaio ai nostri organi. In pratica con la glicazione o glicosilazione, il glucosio viene incorporato delle membrane cellulari modificandone e alterandone la struttura.
Il danno che si crea è subdolo e graduale, poiché rimane asintomatico per lunghi periodi (anche anni) e consiste in una accelerazione dell’invecchiamento che rende le persone affette più vulnerabili. Parliamo allora di vasculopatia diabetica poiché vengono colpite le grosse, medie e piccole arterie senza esclusione dei capillari (dove dovrebbero avvenire gli scambi energetici e di ossigeno). In modo scolastico ma efficace si suole distinguere le macroangiopatie che affliggono i grossi vasi arteriosi e le microangiopatie, quali alterazione dei distretti capillari. Le complicanze macrovascolari sono condivise da tutta la popolazione, indipendentemente dalla malattia diabetica, mentre le lesioni microangiopatiche sono tipicamente associate alla malattia diabetica e si sommano alle precedenti nel precipitare le manifestazioni cliniche delle malattie cardiovascolari e nell’influenzarne la prognosi.
Macroangiopatia diabetica
Distretto colpito | Danno provocato |
CORONAROPATIE | Ischemia o infarto del miocardio |
VASCULOPATIE CEREBRALI | Ischemie (TIA) o infarto cerebrale (ictus) |
VASCULOPATIE PERIFERICHE | Limitazioni al cammino o gangrena agli arti inferiori |
Quindi l’elevata glicemia protratta nel tempo (scompenso glicemico cronico) per scarsa cura alimentare e farmacologica può portare a complicanze invalidanti o a riduzione dell’attesa di vita per cause cardiovascolari. Un evento cardiaco spiana poi la strada a quello che viene definito scompenso cardiaco cronico, con necessità di frequenti ospedalizzazioni anche per edema polmonare acuto. Se il distretto colpito è una carotide per precoce formazione delle placche, rottura ed embolizzazione delle stesse, si possono verificare microembolizzazioni croniche con microinfarti cerebrali, che favoriscono la cosiddetta demenza cerebrovascolare o eventi improvvisi sulle grosse arterie cerebrali che possono portare all’ictus con conseguenti deficit motori invalidanti. Quando vengono colpite le arterie degli arti inferiori ne risente l’ossigenazione dei distretti più lontani dal cuore, e spesso più negletti. Si parla allora di piede diabetico vascolare che consiste in comparsa di lesioni ischemiche ulcerose sino alla gangrena, patologia questa difficile da trattare e che può condurre ad amputazioni.
Microangiopatia diabetica
Distretto colpito | Danno provocato |
OCULOPATIA | Retinopatia, edema maculare e riduzione della vista fino a cecità |
NEUROPATIA | Alterazione della sensibilità anche dolorosa o alterazione motoria |
NEFROPATIA | Perdita di proteine (microalbuminuria), malattia renale cronica |
L’iperglicemia sembra rappresentare la condizione necessaria per la comparsa del danno microangiopatico e lo stesso è direttamente proporzionale alla durata e al compenso metabolico.
La retinopatia
La retinopatia è una delle cause più comuni di cecità o di riduzione delle capacità visive in soggetti in età lavorativa. È una esperienza devastante e demoralizzante per il paziente e per la sua famiglia. L’occhio viene colpito per la comparsa di microemorragie o infarti alla retina che talvolta precedono la diagnosi di diabete ed è l’oculista che invia la persona che magari non aveva fatto un dosaggio della glicemia per anni, al medico. L’evoluzione può essere verso l’emorragia vitreale con perdita del visus. Anche la cataratta e l’edema maculare (tipicamente dell’anziano) possono insorgere precocemente nei diabetici.
La neuropatia
La neuropatia è la conseguenza di una sofferenza delle fibre nervose per imbibizione delle stesse con zuccheri che vengono accumulati all’interno delle cellule stesse e dei suoi rivestimenti, a causa di un alterato percorso metabolico, ma anche di alterazioni cellulari dovute al mancato rifornimento di ossigeno attraverso i capillari preposti. Si distinguono problematiche a carico della sensibilità con comparsa di zone cutanee come anestetizzate che non riconoscono quindi il pericolo del caldo o del freddo o dei traumi, disestesie che consistono in anomalie tattili, frequentemente caratterizzate da spiccata sgradevolezza. In altri casi abbiamo la neuropatia dolorosa con sensazioni spontanee o evocate inappropriate, disagevoli e invalidanti.
Parliamo invece di neuropatia motoria quando sono colpiti i muscoli con progressiva atrofia. Nel caso dei muscoli del piede questo porta a deformazioni anche a livello della pianta del piede pericolose perché provocano scorretto appoggio e rischio di incorrere in lesioni del piede con successive infezioni. La nefropatia diabetica è segnalata da una perdita di proteine dal filtro renale, ed è con la retinopatia la più importante causa di morbilità della popolazione diabetica. Si diagnostica per la presenza di proteine nelle urine, è asintomatica e può condurre a una insufficienza renale conclamata sino alla dialisi. Naturalmente non bisogna essere pessimisti e pensare che debbano verificarsi tutte queste problematiche collegate al sistema vascolare, ma siccome abbiamo evidenziato che l’iperglicemia è il cavallo di Troia, per le persone affette da diabete è necessario mantenere tutte le attenzioni prescritte dal medico: attività fisica, igiene, alimentazione corretta e scrupoloso uso dei farmaci prescritti e necessari.