I denti hanno una loro “memoria” di posizione: dopo il trattamento ortodontico è necessario un apparecchio di contenzione fisso o rimovibile che contrasti la tendenza dei denti a ritornare alla loro posizione iniziale e permetta ai tessuti di sostegno del dente di adattarsi nella nuova posizione.
L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della cura dei rapporti anomali esistenti tra le arcate dentarie e tra le strutture anatomiche a esse correlate. I suoi obiettivi sono:
- allineamento corretto dei denti
- salute dei denti e del loro apparato di sostegno
- funzione masticatoria efficiente
- buona estetica del viso
- stabilità nel tempo dei risultati ottenuti.
I denti hanno una memoria che spesso li porta a ritornare verso la posizione originaria appena rimossa l’apparecchiatura fissa attiva. I motivi che portano a tale fenomeno detto “recidiva” sono molteplici. Innanzitutto i tessuti gengivali e periodontali modificati dal trattamento ortodontico necessitano di tempo per potersi riorganizzare dopo la rimozione dell’apparecchiatura. Inoltre, i cambiamenti prodotti dalla crescita possono alterare l’allineamento dei denti.
L’affollamento nel settore anteriore inferiore che interessa quasi il 70% della popolazione, anche se si corregge con un trattamento in età adolescenziale, può ripresentarsi tra i 20 e i 30 anni per fenomeni di maturazione e di invecchiamento della bocca.
Per minimizzare i rischi di recidiva, la quasi totalità dei pazienti ortodontici necessita di un’apparecchiatura di mantenimento. Questa ha lo scopo di stabilizzare i denti nella nuova posizione, dando tempo ai tessuti di sostegno del dente di adattarsi alla nuova situazione.
Gli apparecchi di contenzione
La contenzione viene effettuata tramite apparecchi che vengono chiamati retainer o apparecchi di contenzione. Vi sono diversi tipi di retainer divisi in due gruppi, fissi e mobili, la cui tipologia varia da paziente a paziente. Il periodo di contenzione dipende dall’entità degli spostamenti effettuati e dall’età del soggetto, ma andrebbe portato in teoria il più a lungo possibile, anche solo di notte, in modo da mantenere stabili i risultati ottenuti con la terapia attiva.
Nel soggetto adolescente, la contenzione è indicata fino a che la crescita non sia ultimata e spesso si utilizza una contenzione mobile. Nell’adulto, specie se presenta delle problematiche parodontali, ovvero uno scarso livello osseo complessivo, si predilige una contenzione fissa. Ciononostante possono verificarsi nel tempo, una volta interrotta la contenzione, recidive del trattamento. Spesso sono di lieve entità e comunque non influiscono sul risultato estetico-funzionale del trattamento. Qualche volta, invece, possono essere tali da richiedere piccoli interventi di riallineamento o di ottimizzazione occlusale. Grandi nomi della letteratura ortodontica, tra cui il dr. Little, sostengono infatti che l’unica vera contenzione è quella portata a vita.
Apparecchi di contenzione rimovibili
Gli apparecchi di contenzione rimovibili vanno portati la notte e si differenziano in:
- placche in resina con fili o ganci
- mascherine termo stampate.
Le prime sono maggiormente ingombranti ma più resistenti e facili da adattare. Le seconde sono meno ingombranti e ben tollerate dai pazienti. Tali apparecchiature vanno utilizzate in pazienti collaboranti che devono essere molto bravi a portarle.
Gli apparecchi rimovibili, se non portati scrupolosamente anche se per un solo giorno, possono non andare più bene e inficiare l’intero trattamento. Se dovessero rompersi o danneggiarsi è importante contattare al più presto l’ortodonzista, che provvederà a riparare o rifare il dispositivo al più presto. Poiché sono rimovibili non ostacolano la pulizia dentaria, ma l’attenzione va posta alla loro pulizia. Ogni volta che vengono rimossi dalla bocca devono essere sciacquati accuratamente e puliti con uno spazzolino apposito, per evitare che placca e residui di cibo possano facilitare la formazione di batteri e cattivi odori. Dato che spesso tali apparecchiature contengono fessure o ganci difficilmente raggiungibili con lo spazzolino, è consigliabile l’utilizzo almeno due volte a settimana di specifiche compresse effervescenti per circa 30 minuti che tolgono anche le macchie e neutralizzano gli odori. Prima di riposizionarli nella scatoletta è necessario asciugarli molto bene.
Contenzione fissa, come comportarsi
La contenzione fissa o splintaggio dentale è un trattamento eseguito per stabilizzare i denti e fissarli in una determinata posizione.
Per eseguire lo splintaggio si possono utilizzare fili in metallo, resina o fibra di vetro. I fili vengono posizionati sulla parte posteriore di alcuni denti, nella maggior parte dei casi da un canino all’altro, essendo questi più predisposti a muoversi rispetto ai molari o premolari. Una volta posizionati i fili, questi non sono visibili all’occhio esterno e si consiglia di mantenerli in posizione per almeno due anni dalla fine del trattamento ortodontico.
Lo splintaggio dentale non causa alcun dolore o fastidio al paziente, non interferisce con la masticazione, la deglutizione o la fonazione. Il processo di applicazione dello splintaggio è rapido e il paziente può riprendere a masticare e consumare i pasti nell’immediato. Nonostante ciò, il paziente dovrà fare un po’ più di attenzione alla propria igiene orale quotidiana in quanto c’è il rischio di accumulo di placca intorno ai fili che tengono immobili i denti. Per l’igiene domiciliare si possono utilizzare gli scovolini interdentali o il filo superfloss nella zona dove è stato applicato lo splintaggio, poiché è impossibile utilizzare il filo interdentale. A tali pazienti si consiglia una pulizia dentale professionale regolare, in modo da evitare un accumulo di batteri sui denti a cui vengono fissati i fili.
Come per le apparecchiature mobili è importante avvisare l’ortodonzista se si dovesse staccare anche da un solo dente perché ciò potrebbe comportare la mancata tenuta dell’allineamento dentale.