I genitori italiani non sanno cosa significa “corretta idratazione”. Eppure l’acqua è il composto più diffuso in natura e rappresenta il 55-60% del peso corporeo dell’adulto e fino al 70% di quello del neonato
Sono ancora validi i risultati di un’indagine nazionale di due anni fa promossa da FEMTEC (Federazione Mondiale del Termalismo e della Climatoterapia) e SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), che ha documentato una scarsa sensibilità dei genitori riguardo una corretta idratazione in bambini e adolescenti. Sono stati interpellati 270 genitori nell’ambito di 800 interviste sull’importanza dell’idratazione nel bambino. Le principali domande sono state le seguenti: se capita spesso che si chiedano cosa i propri figli facciano durante la giornata (77%), cosa e quanto abbiano mangiato (70%), soltanto uno su due (54%) si informa se abbiano bevuto. In altre parole, la preoccupazione dei genitori per cosa e quanto il bambino beve è senz’altro inferiore a quella che dedicano all’alimentazione. Un genitore su cinque ritiene, poi, che il fabbisogno idrico dei bambini sia minore di 1 litro al giorno, mentre il 15% lo ignora. Sono chiari i benefici più basilari dell’acqua, come per esempio depurazione, benessere generale dell’intestino e salute della pelle (più del 90% dei genitori), invece, sono meno noti sono i benefici dell’acqua sulla capacità di concentrazione (68%) e sul mal di testa (56%), che sono aspetti importanti soprattutto per bambini e ragazzi in età scolare.
Un dettaglio importante
Lo stimolo della sete nei bambini è minore rispetto che negli adulti e, dunque, andrebbe anticipato e non atteso. Proprio per questa ragione, la SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) ha ritenuto opportuno elaborare un decalogo sull’idratazione, primo nel suo genere, per informare i genitori e suggerire l’apporto ottimale di acqua per il bambino, nelle varie fasce d’età e condizioni ambientali e di attività fisica. Bere bene, in altre parole, aiuta a crescere bene.
Il decalogo SIPPS
- L’acqua è un vero e proprio nutriente essenziale.
- Una corretta alimentazione nel bambino deve comprendere e garantire un adeguato apporto di acqua e sali minerali.
- La quantità e la qualità dell’acqua assunta dal bambino dipendono da età, condizioni di salute, regime alimentare, attività fisica, temperatura e tasso di umidità ambientale.
- Il fabbisogno di acqua è maggiore nel neonato e nel piccolo lattante (100-190 ml/kg/die) per differente composizione corporea, più elevato turnover di liquidi corporei e più rapida crescita rispetto alle età successive.
- Il fabbisogno di acqua derivante dalle bevande varia in base alle età successive: dai 6 mesi ai 3 anni 600-900 ml/die; in età scolare fino a circa 1100 ml/die; in età adolescenziale 1500-2000 ml/ die. I soft drinks non sono da considerare una sorgente di acqua.
- L’allattamento al seno soddisfa i fabbisogni idrici del lattante. Qualora il latte materno non fosse disponibile, per la ricostituzione delle formule adattate, vanno utilizzate acque minimamente mineralizzate (residuo fisso < 50 mg/l) e oligominerali (residuo fisso tra 50 e 500 mg/l) con contenuto di nitrati ≤10 mg/l. Dopo l’anno di vita si possono utilizzare anche acque minerali o di fonte con un residuo fisso < 1500 mg/l. Per lattanti e bambini in età prescolare il contenuto di fluoruri nell’acqua deve essere <1.5 mg/l.
- Per una corretta idratazione, essenziale nel soggetto in età pediatrica che svolge attività sportiva, è consigliabile: una pre-idratazione prima di iniziare l’attività sportiva pari a 90-180 ml (se peso corporeo <40 kg), o 180-360 ml (se peso corporeo >40 kg); durante l’attività sportiva è consigliata l’assunzione di almeno 150-240 ml ogni 20 minuti; al termine dell’attività sportiva è utile prevedere un apporto di acqua variabile da 220 a 330 ml/kg di peso perso durante l’attività fisica svolta.
- Un’idratazione inadeguata è associata a peggioramento dello stato di salute mentale, fisico ed emotivo e a un peggioramento delle performance.
- L’insufficiente assunzione di acqua è associata a un indice di massa corporea più elevato e a un rischio maggiore di sviluppare obesità.
- Nell’impiego di acqua minerale il pediatra e i genitori devono valutare i seguenti parametri riportati in etichetta: analisi batteriologica e dei principali contaminanti ambientali; contenuto di sodio, potassio, calcio, fluoro, ferro, magnesio e bicarbonato; data di imbottigliamento, considerando che la legge prescrive un consumo preferibilmente entro 18 mesi per l’acqua contenuta in contenitori di polietilene ed entro 24 mesi per l’acqua contenuta in bottiglie di vetro.
Qualche consiglio pratico
È sempre bene proporre ai bambini di bere acqua fresca, mai ghiacciata, almeno una volta sia durante la mattinata sia nel pomeriggio. In tal modo, si abitua il piccolo ad assumerla indipendentemente dalla necessità. Il fabbisogno idrico giornaliero di base varia da 1,4 litri a 4-6 anni a 1,8 litri a 7-10, fino a raggiungere i 2 litri nella prima adolescenza; aumenta in proporzione alla pratica di attività ludiche, motorie o sportive, alle condizioni ambientali di temperatura e umidità, alla permanenza all’aperto e all’eventuale presenza di disturbi o malattie (per esempio vomito, diarrea, febbre e infezioni). In quest’ultima evenienza, oltre alle cure del caso, sarà imprescindibile una sistematica somministrazione di acqua o, se necessario, soluzione reidratante, che apporta in maniera bilanciata anche preziosi sali minerali.
Come capire se un lattante è idratato
Basta semplicemente osservare il pannolino: quanto più l’urina sarà prodotta in scarsa quantità e lascerà una traccia intensa tanto maggiore sarà il bisogno di apportare acqua. In caso di allattamento esclusivo al seno è sufficiente attaccare il piccolo qualche volta in più, mentre con latte formulato si potrà offrire acqua con il biberon.