Negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale l’interesse e il ricorso a sostanze naturali e con meno effetti collaterali rispetto ai farmaci, in grado di curare malattie dismetaboliche come diabete, ipertensione e malattie cardio-vascolari
Una specifica branca moderna della scienza dell’alimentazione, la nutraceutica, deriva dalla fusione tra nutrizione e farmaceutica e si occupa di proporre sostanze contenute negli alimenti o estratte da cibi o piante che hanno proprietà farmacologiche curative o di prevenzione nei confronti di alcune malattie.
Nutraceutici o funzionali?
Spesso si parla indistintamente di nutraceutici o di alimenti funzionali, utilizzando questi termini come sinonimi, ma impropriamente. Un alimento funzionale è un alimento del quale è dimostrato con sufficiente chiarezza l’effetto positivo su una o più funzioni dell’organismo, tanto da poter migliorare lo stato di salute e/o ridurre il rischio di malattia. I cereali integrali, la frutta secca, la soia, i pomodori, sono esempi di alimenti funzionali; in essi le componenti fisiologicamente attive come fibre, beta-carotene, licopene ecc. sono già naturalmente presenti nell’alimento; altri esempi sono l’uva rossa, contenente l’antiossidante resveratrolo, i broccoli, in grado di prevenire varie forme di tumori, la soia, che contiene isoflavoni capaci di migliorare la salute delle arterie, il latte di capra ecc. I nutraceutici invece, nella maggior parte dei casi, sono una vera e propria preparazione farmaceutica contenente principi attivi che sono naturalmente presenti negli alimenti, ma che vengono poi estratti, purificati, concentrati e assunti in dose farmacologica. Esempi di nutraceutici sono i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi grassi polinsaturi (omega 3, omega 6, derivati dell’olio di pesce), le vitamine e i complessi enzimatici; normalmente derivano dalle piante, dagli alimenti o da microbi.
Quali nutraceutici per il diabete?
Nonostante la grande attenzione nei confronti dei nutraceutici, a tutt’oggi non esistono prove che dimostrino la loro sicurezza ed efficacia sulla riduzione del rischio di sviluppare diabete tipo 2 e sul controllo glicemico in caso di diabete. Il consumo abituale di cibi naturalmente ricchi di antiossidanti, microelementi e altre vitamine deve essere incoraggiato in tutti i soggetti affetti da diabete, promuovendo il consumo quotidiano di frutta e verdura, tra le varie sostanze studiate, tra cui antiossidanti, vitamine, oligoelementi (come magnesio, cromo, zinco). Tra i prodotti naturali, quali ginseng, cipolle, aglio, cannella e berberina, che contengono principi attivi in grado di modulare il metabolismo del glucosio, quello dei lipidi, lo stato antiossidante e la funzionalità vascolare, la più studiata è la berberina, un alcaloide naturale delle piante isolato dalle erbe cinesi, e contenuto in molte erbe utilizzate a scopo medicinale. In uno studio condotto su poco più di un centinaio di pazienti diabetici, questa sostanza, somministrata per tre mesi a un dosaggio di 1 g al giorno, si è dimostrata efficace nel migliorare il compenso glicemico e nel ridurre e livelli di colesterolo.
È presente in commercio, seppure a dosi inferiori rispetto a quelle utilizzate nello studio citato, non singolarmente, ma in formulazioni contenenti anche altri nutraceutici, alcuni dei quali noti per avere effetto sulla riduzione dei lipidi nel sangue, come il riso rosso fermentato, ottenuto dalla fermentazione del comune riso da cucina a opera di un particolare lievito, altri per avere azione antiossidante, come astaxantina. Fatta eccezione per la berberina, per i restanti prodotti naturali citati le formulazioni attualmente in commercio contengono quantità di principio attivo molto inferiori a quelle necessarie per ottenere l’effetto terapeutico, ed è per questa ragione che non è consigliabile il loro uso nei pazienti diabetici.
Quando l’obiettivo è ridurre i lipidi nel sangue
Elemento cardine della terapia del diabete, oltre a regolarizzare i livelli di glucosio, è anche ottenere un’adeguata riduzione dei livelli di lipidi. L’obiettivo della terapia del diabete è infatti ridurre il rischio cardiovascolare generale del paziente, determinato non solo da livelli di zucchero nel sangue cronicamente elevati, ma anche e soprattutto da un “cattivo profilo lipidico” (alti livelli di trigliceridi e di colesterolo LDL e bassi livelli di colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo “buono”) e da elevati livelli di pressione arteriosa. A questo proposito le evidenze scientifiche relative all’uso dei nutraceutici dotati di effetto ipolipemizzante (fitosteroli, proteine della soia, acidi grassi polinsaturi delle serie omega-3, policosanoli e lievito rosso, si veda il riquadro) sono più forti e consolidate, tanto che questi prodotti possono costituire, in alcuni casi, una valida alternativa alla terapia farmacologica ipolipemizzante con le statine, potendo essere utilizzati in aggiunta alla dieta come unico trattamento per la dislipidemia o in aggiunta alla terapia farmacologica.